30 settembre 2012

Hummus in verde e in rosso

C'era una volta l'hummus, delizioso, molto aglioso, e delicato al buon palato, ma del solito color giallognolo cecio.
Così un bel giorno vide passare un alga marina di colore verdolina, si chiamava spirulina, si lasciò conquistare dalla carica di quella tinta così distinta da tutti gli altri ortaggi, di terra e di mare, così decise di fondersi assieme per sperimentare l'effetto di tanta intensità.
Finì per diventare verdolino quasi come uno zucchino, ma non perse nemmeno un pò della suo armonia, cosicchè se ne restò per sempre in buona compagnia.

Ehm... ok basta, ora torniamo in me e alle ricette!   Parlavamo di hummus, i quali ingredienti sono sempre quelli, ceci lessati, tahin, succo di limone, aglio, sale, prezzemolo, olio.
C'è però un componente che può variare toccando leggermente il sapore ma variandone completamente il colore.
Nel caso dell'hummus in verde non ho fatto altro che aggiungere un cucchiaio di alga spirulina in polvere, e un pò più di olio per riacquistare la morbidezza che la polverina rischia di asciugare un pò.
Nell'hummus rosso, che in realtà risulta viola/fucsia ci ho messo mezza barbabietola precotta e i semi di cumino.
Questi patè non deludono mai, accompagnati da carote e crostini saranno sicuramente l'attrazione di qualsiasi buffet da merenda o da antipasto.

29 settembre 2012

Tartare alla barbabietola


Per tutta l'estate ha accompagnato gran parte dei pranzi e delle cene tra amici, ma è arrivata quasi l'ora ahimè di salutare pomodori e cetrioli, attendendo la prossima estate per ricominciare a preparare questa deliziosa verdura mista.
Semplice ma che prevede un ingrediente che a molti non sarà del tutto noto, l'acidulato di umeboshi, un aceto fatto con piccole prugne giapponesi dal sapore salatissimo.
Per la preparazione quindi tagliate a piccoli cubetti i cetrioli (più freschi e croccanti sono e più piacevole sarà il risultato), i pomodori datterini e la barbabietola precotta, condite tutto con l'acidulato e olio d'oliva e.v. e mettete in frigo per almeno un ora così che gli ortaggi acquistino sapore dal condimento.
E importante non esagerare con la barbabietola perchè rischia di coprire il sapore degli altri componenti,  meglio quindi usare eque parti di pomodori e cetrioli e mezza di barbabietola.
Volendo dare un tocco particolare a questa tartare ci si può aggiungere qualche fogliolina di menta al momento di servire.

28 settembre 2012

Triangoli di zucca al pesto di nocciole


E tempo di zucca, ma che cosa ci possiamo fare con una grossa zucca gialla?
Con una bella zucca di tipo butternut ci si possono ricavare dei bei triangoli di 2 cm di spessore, da passare in olio, sale e pepe e infornare a 200° per 35 minuti.
Già così ne ricaviamo un ottimo piatto da servire così com'è, ma se vogliamo arricchire la portata di sapore e renderla unica possiamo preparare un pesto da spalmarci sopra.
Pensando ad un sapore che si sposi con il dolce delicato di questo ortaggio arancione possono venire in mente dei frutti secchi come le nocciole ad esempio.
Prepariamo allora un pesto con delle nocciole tostate, rucola, lievito alimentare, pepe e olio d'oliva e.v., frullando semplicemente tutti gli ingredienti assieme, il risultato sarà un matrimonio perfetto.
Attenzione, preparate parecchi triangolini e una dose generosa di pesto perchè assaggiato uno se ne susseguiranno parecchi.

11 settembre 2012

Spezzatino di soia alle olive

Per questo spezzatino ho utilizzato i bocconcini di soia disidratati (si trovano confezionati in sacchetto nei negozi Bio). Questi per essere utilizzati vanno per prima cosa cotti in brodo vegetale per 10 minuti, poi scolati e "strizzati" in modo da eliminare l'acqua in più. Da qui in poi i bocconcini si possono utilizzare in vari modi.
Per lo spezzatino alle olive ho tagliato una grossa carota bio a cubetti, un peperone rosso a quadri di 1 cm e 2 cipolle una biancha ed una rossa a fettine sottili. Tutte le verdure le ho messe in una padella e le ho saltate qualche minuto a fiamma alta con un filo d'olio. Qui ho aggiunto i bocconcini di soia, qualche pizzico di sale integrale, erba cipollina, ed ho coperto lasciando cuocere per 3 minuti sempre a fuoco vivace rimestando ogni tanto. Ho aggiunto infine un barattolo di polpa di pomodoro, del timo e del prezzemolo secchi continuando a cuocere ancora per qualche minuto. Prima di impiattare ho aggiunto le olive nere sminuzzate grossolanamente e rimescolato per bene il tutto. Al momento di servire consiglio di spolverizzare con prezzemolo fresco o con alghe nori in fiocchi.

2 settembre 2012

Giro in Vespa per il centro Europa, tra cibo e 4200 km.



Max e Sabri, dal 12 al 25 agosto 2012.

Vi racconto di un tour durato 14 giorni in sella alla Vespa, in giro per 8 nazioni alla ricerca di cibo veg e alla visita delle grandi capitali, Berlino, Praga, Amsterdam, Parigi, ma anche di bellissimi centri come Cesky Krumlov, Murten, Anversa, Hameln la città del pifferaio magico.



Uscendo dalla Repubblica Ceca

1) Partiamo da Tarcento (UD) all'alba. Prima tappa in Austria, passando sul castello di Hohenwerfen a Werfen dopo 4 ore su e giù per le montagne salisburghesi, puntuali per lo spettacolo di falconeria dove la fame nel primo pomeriggio ci obbliga a finire il riso nero con tofu e cipollotti portato da casa, la birra è d’obbligo grande in questi paesi, e così dopo la lunga visita a tutto il castello siamo a posto fino a Linz. Per la notte ci attende il campeggio e vista l’ora di arrivo non visitiamo neanche la città, la fretta di salire verso nord e il buio ci consigliano di montare la tenda e coricarci a riposare, ma non prima di aver mangiato un boccone al ristorante del camping ormai quasi in chiusura. Fortuna nostra nel menù ci sono dei piatti combinati vegetariani a base di riso, burgher vegetali e di patate e funghi con verdure miste, ne approfittiamo con soddisfazione.




Piatto vegetariano al camping di Linz

2) Sconfinando in Repubblica Ceca, strade quasi deserte, distese di campi e boschi… una delle più belle tappe. E a sorpresa la bellissima cittadina Cesky Krumlov, tra bellissimi viottoli in porfido e negozi caratteristici, il castello in cima e numerosi ristoranti arroccati attorno al fiume Vltava dove il canottaggio sembra essere lo sport locale visto il traffico di barche e barchette in acqua. Un ristorante ci colpisce subito, è vegetariano si chiama Laibon (www.laibon.cz) ed è tanto carino, ha posti all’interno un po’ bui ed anche in terrazza affacciati sul fiume. Stupendi i piatti che preparano qui, sia vegetariani che vegani con antipasti di hummus, guacamole e altri patè, piatti completi di cereali integrali e legumi delle più rare specie, tempeh, tofu e abbondanza di vegetali crudi freschi e croccantissimi... c’è l’imbarazzo della scelta, la birra è ottima, il piatto in stile crudista che ordino si chiama “Lunga Vita” ed è squisito. Data la soddisfazione del pranzo, arrivati a Praga cuciniamo qualcosa di veloce nella cucina del bellissimo ostello Adam & Eva (http://adamevahostel.com/index.php?page=gallery ), per uscire subito a visitare la città. Del resto i ristoranti chiudono presto quindi ci accontentiamo di consumare le suole delle scarpe girando per tutte le vie del centro e fino in cima al castello in piena notte. Al mattino ci accorgiamo troppo tardi di aver scelto il posto più costoso per la colazione, 16€ per 2 paste alle mandorle e 2 spremute di arancia, comunque tutto ottimo e abbondante per la colazione più cara della mia vita.




Seitan e cereali al Laibon - Cesky Krumlov (CZ)



"Lunga vita"


Laibon ristorante vegetariano

3) Usciti dalla Repubblica Ceca grazie al navigatore visto che le indicazioni stradali sono rare, entriamo in Germania ed arriviamo in un attimo a Dresda. Passeggiamo per il centro di questa bella cittadina ordinata e silenziosa con tante biciclette e poco traffico. Poi di nuovo in sella verso nord, lunghissime strade dritte in mezzo alle foreste infinite, apparire di piccoli villaggi con casette tutte simili tra loro (l’impronta del comunismo), giardini e siepi curati e la grande capitale, Berlino. La città sta perdendo la sua storia in cambio della modernità, nuove costruzioni in cantiere, i pezzi di muro dipinti qua e la, i maestosi palazzi in vetro e cemento, e i palazzi più vecchi più a est, sinistri, dal colore grigio e la forma squadrata, le finestre tutte allineate tutte uguali come un ordine imposto. Berlino e il take away che offre gustosi menù veg con verdure, patate saltate, funghi allo shoyu, cous cous o riso e numerosi tipi di pane nero con semi di ogni tipo, buonissimi. Per la cena la città offre numerose scelte ma tutti chiudono presto per noi italiani abituati all’aperitivo delle 20.30, quindi un fast food un po’ fuori dal centro può essere una soluzione per saziarsi… il ristorante vegetariano Yellow Sunshine (http://www.yellow-sunshine.com) prepara panini vegetariani e vegan, piatti unici con wurstel o burger, cotolette e ricche insalate di contorno o da portata, inoltre tutti i prodotti sono bio. In Germania i supermercati tengono un sacco di prodotti bio e preparati a bese vegetale di soia e glutine, sono molto diversi dai nostri, insaccati, wurstel di ogni tipo e dimensione, burger e cotolette, preparati per grigliate, anche la gamma di vegetali è vasta e di ottima qualità… in cambio in ogni paesino esiste un McDonald’s.



Take away di Berlino - piatto veg



Panini veg e calamari veg al "Yellow Sunshine" di Berlino


Veggie Life, vasta gamma di prodotti vegan in un supermercato di alimenti in Germania


Alimenti vegetali da griglia


Affettato da affettare 

4) Un'altra grande emozione l’ingresso in Nederland, la perfetta e ordinatissima Olanda dove non esistono case incomplete o disordinate, e nemmeno muri ed inutili cancelli ma bensì piccoli giardini e siepi curate, fiori e piante coloratissimi, vasti prati con gruppi di animali al pascolo, assenza di odori, più piste ciclabili che strade e pochissimo traffico automobilistico. Ad Amsterdam oltre ai numerosissimi ristoranti in centro dove si mangia di tutto esiste Maoz vegetarian (http://www.maozusa.com), fast food dove con pochi soldi ci si può prendere una piadina arrotolata a cono imbottita con felafel e riso, e riempirla di verdure a buffet quante più se ne voglia, rinunciando alle salse resta pura e vegan ed è molto golosa. Ci sono inoltre molti altri ristoranti vegetariani più o meno raffinati: al De Kas (http://www.restaurantdekas.nl) innovativo e costoso ricavato in una elegante serra, prepara anche piatti vegetariani ma arriviamo nel tardo pomeriggio e ormai chiude, ed il Golden Temple (http://www.restaurantgoldentemple.com) chiuso anche questo al nostro arrivo. Per la cena ce n’è uno un pò imboscato in una via meno frequentata, il Vliegende Schotel (http://www.vliegendeschotel.com/en), posto quasi anonimo da fuori, molto colorato dentro, gestito da un tipo strano e schivo che da solo prepara piatti deliziosi a base di tofu, seitan e tempeh sia vegan che vegetariani. Qui ci deliziamo con patè di avocado fatto sul momento servito con tortillas ed enormi piatti pieni di verdure crude e cotte al dente, patè di legumi vari e tofu, riso, patate, alghe e germogli, tutti i prodotti sono bio e anche la birra.



De Kas (http://www.restaurantdekas.nl) ristorante suggestivo ad Amsterdam



Negozio biologico ad Amsterdam con vasta gamma di prodotti Demeter, Soto, Provamel e altro.


Da Maoz vegetarian



Vliegende Schotel (http://www.vliegendeschotel.com/en), e i suoi mega piatti.



Golden Temple

5) Si esce dall’Olanda passando da Rotterdam sul maestoso e moderno ponte Erasmus Bridge, ed in Belgio visitiamo Anversa dove le ottime birre belghe già ci viziano e ci trattengono fino al pomeriggio inoltrato. Non è impresa impossibile arrivare a Dinant anche se dista 130 km, dove ci aspetta per ospitarci l’amico Martin, olandese che lavora lì. L’accoglienza è oltre le aspettative, il bar ricavato in un vecchio castello ha un menù vasto di birre in bottiglia e alla spina e di cibo, ci cade l’occhio sulla pizza vegetariana che scegliamo con tanta fame, e così con ancora qualche birra doppio malto siamo pronti per la notte.



Scorcio su Rotterdam

6) La ricca colazione che ci viene offerta ci permette di ripartire con le pile cariche verso Reims dove ci accontentiamo di un panino alla caprese divorato ai piedi della splendida cattedrale. Chi lo avrebbe detto che poi da lì avremmo deviato dal nostro percorso in programma?...verso Parigi! La Repubblica Ceca ha lasciato il segno, l’Olanda è bellissima anche se mancano un po’ le montagne, ma anche Parigi resterà in pole position tra i luoghi più magici, con una rapida visita a tutti i monumenti (la Vespa è velocissima per le vie e permette anche questo!), Notre Dame, Tour Eiffel, Trocadero, Louvre, Chanps Elysees, Arc du Trionphe… assaporiamo già tutto il fascino della città sia dal lato turistico che da quello caratteristico. Completiamo il tour con una cena a Pigalle seduti ad un minuscolo tavolino in un bar all’angolo, assaporando un’enorme insalata mista ricoperta di patate a rondelle semi-fritte, fin troppo abbondante la portata perché ne sarebbe bastata una in due. Non è un problema smaltire il pasto con una lunga camminata a completare la nostra visita della città per le vie di Montmartre fino al Sacro Cuore, Moulin Rouge e passando per il caffè de “Il meraviglioso mondo di Amelie”. Finiamo stecchiti a letto al Woodstok Hostel (http://www.woodstock.fr/) per concludere la lunga serata parigina.



Pranzetto frugale a Reims



Insalatona con patate a Parigi


7) Tra campi e ancora campi, girasoli e immensi trattori che coltivano infinite distese di campi, giungiamo a Fontainebleau per un frugale pranzetto a base di baguette imbottita ancora di verdurine formaggio molle. Poi a Dijon, questa volta cena al camping dopo aver acquistato al Super piatti pronti a base di cous cous e verdure. In Francia nei grandi supermercati è difficile trovare alimenti veg, eccedono i formaggi così come i McDonald’s e le farmacie lungo tutti i centri, e si rimpiangono gli scaffali dei negozi tedeschi dove abbondavano cibi a base di soia e quant’altro.

8) La Svizzera si fa subito sentire con i suoi saliscendi, sono finite le lunghe pianure germanico-olandesi e anche le strade a sbalzi tutte rattoppate belga-francesi, le salite rallentano il passo e la media oraria cala come il prezzo della benzina, tutto il resto però costa caro. La fortuna è di essere ospitati dai parenti di Sabrina nella carinissima cittadina di Murten sul lago, i quali ci offrono una costosissima cena veg per noi e di pesce per loro affiancando una bottiglia di buon vino rosè  prodotto proprio sulle colline attorno al lago. Il pranzo del giorno dopo invece preparato a casa impone piatti vegetariani per tutti ma nessuno si lamenta, questi zii sanno vivere e mangiano a sbaffo verdurine semi-crude, riso in bianco e voulevant ai funghi.



Magnifico piatto veg improvvisato da zia Isa in occasione del nostro arrivo a Murten

9) Gita fortunata la nostra, sempre con il sole in faccia se non fosse per qualche breve temporale preso di striscio, ma a Murten, dove non piove quasi mai (mi dicono), il pomeriggio inizia ad ingrigire e qualche goccia promette pioggia per il viaggio che ci attende. Da Berna inizia sul serio e così per raggiungere Vals scavalchiamo più di qualche passo sopra i 2000 m di altitudine e tra laghi, ripide salite, vertiginosi precipizi e ghiacciai, nuvole nere e arcobaleni, raggiungiamo le famose terme di Peter Zumthor, belli che inzuppati fuori ma asciutti dentro grazie all’equipaggiamento tecnico che si dimostra ottimo. Il ristorante delle terme racchiude nel menù alcuni piatti vegetariani, non vegani, e a base di pesce passati per vegetariani anche quelli. Dopo qualche chiarimento su ciò che mangiamo e non, possiamo scegliere una verdura mista ricca di germogli e semini, un’ottima crema di piselli alla menta e pizzoccheri alle patate e verze. Da bere la sempre presente acqua minerale Valser prodotta nel paese. Ciliegina sulla torta, oltre alle bellissime terme, è la colazione: un buffet dove non manca niente, un’infinità di pani, ricco assortimento di marmellate, succhi, cereali, muesli, frutta secca e fresca, yogurt, e per i più “crucchi” affettati e formaggi, uova e bacon, e ovviamente serviti al tavolo tè o caffè, ma soprattutto a richiesta latte di soia, e devo dire di ottima qualità.



Insalatina con germogli al ristorante nelle terme di Vals


Vellutata di piselli alla menta, squisita!

10) Un po’ di tristezza in cuore, dietro alle Alpi ci aspetta l’Italia. Il rientro in patria ci respinge, la fine del tour e delle scoperte si avvicina, ma in realtà le valli pre-dolomitiche ci riservano ancora qualcosa e un amico ci aspetta a Splugen in Vespa anche lui per affrontare il Passo Spluga con noi. E’ Tom, abitava dalle nostre parti a Fagagna, ora nei pressi di Como, e con la sua compagna Isabella arranca assieme a noi su per le ripidissime salite dove ancora tra nubi grigie e fredde si intravede il sole. Ed è proprio lui che ritroviamo in Italia a Chiavenna per il pranzo al Crotto Torricelli (http://www.crottotorricelli.it/) dove anche qui in lista c’è un menù vegetariano da 3 portate ottime e abbondanti: antipasto di zucchine e caprino, e straccetti di pasta con pomodorini freschi e verdure. Salutiamo i compagni di avventura e passiamo il pomeriggio su per il Passo del Tonale e poi in Val di Sole e Val di Non, dove dormiamo l’ultima notte in tenda tra i meli quasi sotto le Dolomiti che ci attendono all’ultimo tratto del tour.



Antipasto al "Crotto Torricelli" di Chiavenna

11) Da Fondo a Bolzano c’è il Passo del Mendola che di buona mattina ci sveglia tra curvoni e tornanti trafficati da numerosi ciclisti a salire e a scendere. Dopo Bolzano il traffico continua ma questa volta sono i turisti, le auto i camper e persino i camion a farla da padroni e sui 4 Passi, Costalunga, S.Pellegrino, Pordoi e Falzarego il passo è lento tranne in qualche tratto dove la Vespa si rivela agile e veloce ma soprattutto un mezzo piacevole e disimpegnato. I motociclisti la rischiano ad ogni curva tra sorpassi azzardati ed accelerate nervose, invece noi con il mezzo scoppiettante ci accontentiamo di qualche discesa senza pullman tra le scatole e qualche salita duramente conquistata. Così tra Cortina e Vajont, Barcis e Pinzano rivediamo le montagne che ci coprono le spalle ogni giorno, e anche se sembra di non averle mai viste non abbiamo più niente da cercare, ne ristoranti ne negozi, ne un posto per dormire e ne un monumento, ne un amico e ne una meta ambita… siamo a casa.

Max



Merenda a Notre Dame de Paris



Ultima birra della giornata passata a Praga


A casina dopo 4200 km

Qui tutte le foto del tour